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L’oro di Terni alle Olimpiadi, Claudio Guazzaroni: “Aspettavo questo momento da tantissimi anni. Una gioia immensa”

Il debutto del karate ai giochi olimpici di Tokyo: “Abbiamo cercato di stemperare la tensione e lavorato molto sulla gestione dello stress”

Una bellissima pagina di sport è stata scritta alle Olimpiadi di Tokyo. Le quaranta medaglie complessive rappresentano un traguardo ragguardevole per la spedizione azzurra. Emozioni indelebili che restano impresse nel cuore e nella memoria di ogni singolo sportivo. Al debutto la disciplina del karate, con cinque atleti italiani qualificati, dopo il lungo percorso selettivo. Nello specifico Luigi Busà, Viviana Bottaro, Mattia Busato, Crescenzo Angelo e Silvia Semeraro. Il primo menzionato ha conquistato una splendida medaglia d’oro mentre la Bottaro un ottimo bronzo. Grande soddisfazione per Claudio Guazzaroni capo allenatore della nazionale italiana Fijlkam, il quale è intervenuto alla nostra redazione di www.ternitoday.it.

“Sono nato ad Orte – precisa Guazzaroni - e vissuto lì fino al 1980 quando ho aperto la palestra. Ho iniziato a praticare il karate a Terni, all’interno di una palazzina piccola. Mio padre si accorse che era un po' limitato come posto così ho optato per la soluzione Roma”. Una serie di successi in sequenza: “Dai campionati italiani ai titoli europei fino alle quattro medaglie d’argento ai Mondiali. Inoltre due World games che equivalgono alle Olimpiadi di allora, indossando i colori del Centro sportivo carabinieri”. Atleta di successo ma anche allenatore: “Dal 1980 in poi ho ricoperto entrambi i ruoli. Nel 1994 fatto il tecnico anche per il Centro sportivo carabinieri. Ad inizio del nuovo millennio iniziato il percorso come collaboratore tecnico della nazionale. Nel 2008 sono passato capo allenatore, dirigo i tecnici e detengo relazioni con il direttore tecnico.”

L’esordio tanto atteso: “Come da statuto del CIO gli sport complessivamente sono ventotto. Adesso la nazione ospitante può inserirne di più. Nella scorsa olimpiade il karate, per un solo punto, è stato escluso. Per noi era un onore debuttare a Tokyo, nella patria di questa disciplina così antica e leggendaria”. Il percorso da compiere: “Nel 2018 è iniziata la lunga trafila delle qualifiche con una serie di gare denominate Premier League, in ogni continente. La qualificazione è stata devastante perché accedevano, in ogni categoria, solo otto atleti più un giapponese di diritto ed una wild card che emetteva la World Karate Federation. In totale abbiamo fatto trenta gare di qualifica, dal 2018 a febbraio 2020 prima dello stop dettato dall’emergenza sanitaria”.

L’avvicinamento alle tappetine: “Dal raduno del centro olimpico di Ostia, fino alla partenza per la città di Gotemba a cento chilometri da Tokyo. Siamo partiti il 22 luglio, da soli nella bolla e ci siamo portati gli sparring per farli allenare. Luigi Busà ha scelto Andrea Ortenzi, nostro orgoglio della palestra Guazzaroni per gli allenamenti. Successivamente il 3 agosto tutto il resto dello staff è tornato a casa perché non facevano entrare nessuno. Noi ufficiali più gli atleti siamo approdati al villaggio olimpico”. Lo spettacolo a cinque cerchi: “Ho tanta esperienza ma le Olimpiadi regalano delle sensazioni uniche, anche in termini di accoglienza, nello stare insieme e sentirsi italiani. Abbiamo gestito bene l’emozione, la nostra Federazione - ha alle spalle un’esperienza incredibile - ci ha dato tanti consigli. L’atleta, rispetto al tecnico, cerca di non farsi distrarre dalle emozioni, fino al momento delle competizioni. Ho un feeling particolare con i ragazzi. Li seguo da anni. Abbiamo cercato di stemperare la tensione e lavorato molto sulla gestione dello stress. Questo è stato un aspetto molto positivo”.

Una medaglia d’oro indimenticabile con la dedica di Luigi Busà al suo allenatore: “Raddrizzare la situazione è stato difficile, poiché abbiamo rischiato di uscire alle qualificazioni. Il primo incontro era andato bene contro l’australiano. Il secondo cruciale tatticamente. Il kazako Azhikanov piuttosto forte e lo ha marcato molto bene. Da lì ha sofferto un pochino, anche per le scelte di tempo. Una volta maturata la sconfitta moralmente si è un poco abbattuto. Dietro le quinte ho fatto il lavoro psicologico che serviva, nulla era perduto. È riuscito a battere il tedesco e siamo andati a quattro punti. Doveva vincere contro l’azero e ci è riuscito” Lo step seguente: “Passato il girone eravamo tutti contenti; la medaglia era assicurata. Alla semifinale mi sono commosso. Ha battuto l’ucraino Horuna disputando un ottimo incontro.” In finale il ‘classico’ tra Busà-Aghayev ossia un avversario incontrato tantissime volte: “L’azero è un combattente imprevedibile. Si inventa qualcosa da un momento all’altro. La prerogativa di Luigi è la rapidità. Doveva prendere bene le distanze, abbiamo lavorato sulla pulizia della tecnica. Dovevano essere precisi per permettere all’arbitro di notare i colpi”. Una grande gioia: “Aspettavo questo momento da tanti anni. Senti la vicinanza della nazione, le emozioni fortissime. Una gioia così immensa al debutto è davvero incredibile. L’affetto degli sportivi è stato enorme: ho ricevuto tantissimi messaggi dai ragazzi della palestra e dalle persone che non vedo da anni”.

Infine Claudio Guazzaroni racconta un’iniziativa che partirà ad inizio settembre nella sua palestra: “Dedicata ai bimbi dai 4 ai 13 anni. Un progetto formativo molto importante sia a livello motorio che di sviluppo della disciplina del karate. L’obiettivo – conclude – è quello di formare dei talenti in vista delle Olimpiadi, under 18, in programma nel 2026 a Dakar”.  


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