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Coronavirus, test rapidi dal medico di famiglia: ultimi ritocchi per la partenza del servizio a Terni

Restano da definire gli spazi che saranno utilizzati soprattutto da professionisti che lavorano in gruppo. Donzelli (Ordine dei medici): grazie a tutti i miei colleghi che in questo momento stanno lavorando con abnegazione e sacrificio

Fine settimana o al massimo entro i prossimi dieci giorni. Poi sarà possibile effettuare i test rapidi per la ricerca del Covid 19 anche dal medico di famiglia. Regione Umbria e Ordini professionali stanno limando i dettagli. E uno dei punti cruciali resta legato al “dove” poter effettuare gli esami.

“Molti colleghi – spiega Giuseppe Donzelli, presidente dell’Ordine provinciale dei medici – hanno manifestato diverse perplessità. I maggiori dubbi arrivano da chi lavora in poliambulatori che raccolgono più professionisti. Nel caso, in quegli spazi dovesse essere riscontrata una positività, si creerebbe un problema enorme che rischierebbe di lasciare migliaia di utenti senza assistenza per diversi giorni. Più possibilisti sono invece quei medici che lavorano da soli”.

Tocca comunque ad Asl – ma anche a amministrazione comunali coinvolte ed, eventualmente, alla protezione civile – indicare possibili luoghi alternativi. Si lavora sulla possibilità di effettuare i test rapidi (i risultati arrivano in massimo mezz’ora) dove ora si eseguono i tamponi drive-in. Ma anche sul possibile utilizzo di aree che i vigili del fuoco dell’Umbria si sono detti disponibili a mettere a disposizione.

Altro tema cruciale per la partenza del servizio a pieno regime è la disponibilità dei tamponi. Le scorte si compongono ad oggi di qualche migliaio di test, che comunque non sarebbero sufficienti per gli oltre 700 medici di base dell’Umbria e le migliaia di pazienti che – potenzialmente – potrebbero essere sottoposti allo screening. Che, comunque, non sarà una operazione di “massa”, ma una ricerca mirata che punterà a circoscrivere la diffusione dei contagi nei contatti più stretti degli eventuali positivi.

“Siamo comunque sottoposti ad un grosso carico di lavoro derivante dall’emergenza – aggiunge Donzelli – Certo, chiamarci eroi è eccessivo, ma non possiamo nascondere il fatto che i medici, di famiglia o ospedalieri che siano, sono oberati di impegni. Devo però ringraziare i miei colleghi perché si stanno dimostrando eccezionali, svolgendo il loro lavoro con abnegazione e sacrificio. E anche sopperendo ad alcune carenze che sono sempre più evidenti. Mancano infermieri, è vero, ma mancano soprattutto medici specialisti in rianimazione. Aumentare i posti letto in terapia intensiva, tutto sommato, è semplice. Il problema è che poi quelle strutture devono essere seguite dal personale adeguato”.


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