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La città che (non) cambia, il sogno a ostacoli che si chiama Palasport

Progetto da oltre 15 milioni per una struttura da quasi 6.000 posti a sedere su un’area da 10.000 metri quadrati. Pronta l’offerta, ma non mancano i dubbi

Palasport, il rendering del progetto

Ad un certo punto della storia recente di Terni, sembrava che il sogno di un palasport fosse davvero ad un passo. È il 7 novembre del 2017 quando l’allora assessore ai lavori pubblici, Sandro Corradi, annuncia soddisfatto che “Salc spa, gruppo milanese, ha risposto presentando una offerta composita”. La documentazione doveva passare al vaglio della “commissione di gara” per poi dare il via all’opera. “Questa concreta possibilità di realizzazione del Palasport – disse Corradi - rappresenta una opportunità per Terni che finalmente potrà vedere realizzata una opera che avrà una parte fondamentale nel futuro in termini di capacità di attrazione. Sarà infatti la sede di eventi sportivi, agonistici, culturali, convegni e concerti, elementi imprescindibili per una concreta crescita della città”.

Nelle settimane successive su Palazzo Spada è precipitata la tagliola del dissesto finanziario, innescando la fine della Giunta DI Girolamo, il commissariamento e le nuove elezioni. Eppure, sembra non bastino gli accadimenti degli ultimi mesi ad allungare ombre piuttosto scure sul futuro di un Palasport che, a ben guardare, sembra già passato.

Il progetto

La struttura immaginata dai tecnici di Palazzo Spada dovrebbe sorgere nell'ex foro boario, accanto allo stadio 'Libero Liberati' e ospitare 4.000 posti per eventi sportivi e fino ad un totale di 5.600 su un’area di 5.600 metri quadrati. Tre edifici dovrebbero circoscrivere una grande piazza, che sarà raggiungibile da aree e percorsi pedonali, con una area verde che si estenderà per 5.500 metri quadrati. Previsti oltre 900 posti auto e ricariche per auto elettriche. Una linea blu di bus dovrebbe garantire un servizio di collegamento quotidiano, mentre l’area centrale era stata immaginata per ospitare il mercato settimanale, con 150 posti per mille metri quadrati. All’interno il Palasport dovrebbe prevedere un grande atrio, due gradinate laterali, un ballatoio frontale con vista verso l’esterno, verso l’interno e verso l’atrio ingresso, una sala regia e una per la tribuna stampa. Al soggetto che si occuperà della realizzazione della struttura spetterà anche il compito di delocalizzare e realizzare altrove le strutture attualmente presenti sull’area (discarica, mattatoio, officina comunale) e la realizzazione di strutture extra sportive su una superficie di 5.000 metri quadrati.

Gli intoppi

Ora, i problemi non stanno soltanto nel fatto che la procedura burocratica si è inceppata e la commissione che avrebbe dovuto passare al setaccio le carte – tecniche ma non solo – della Salc non è mai stata costituita. Molte delle perplessità che hanno accompagnato l’iter nella sua fase progettuale, oggi sembrano
riproporsi.
C’è ad esempio il tema del traffico. Il caos che ogni mercoledì accompagna il mercato del foro boario si riflette su buona parte della viabilità del centro città: non si circola a singhiozzo solo su via dello Stadio, ma anche su via Battisti e in buona parte delle arterie principali del cuore di Terni. Superare gli ingorghi potrebbe non essere semplice non solo nel caso di grandi eventi – sportivi e non – con un afflusso di pubblico notevole. Perché il traffico potrebbe essere un problema quotidiano, soprattutto se l’area dovesse avere anche un suo sviluppo commerciale.
E proprio l’aspetto commerciale rischia di rappresentare un’altra gatta da pelare. L’idea che, infatti, un colosso della grande distribuzione possa affacciarsi alle porte del centro sembra tenga in ansia una buona fetta del mondo degli esercenti, soprattutto del centro cittadino. Soprattutto perché questo male si concilierebbe con gli sforzi che invece si vorrebbe veder fruttare nell’ottica della costruzione di un grande centro commerciale naturale di Terni.
Si ragiona, insomma, mentre le carte sono ferme. Riflettendo se ci sia ancora la possibilità di immaginare il Palasport così come è stato progettato, facendolo però da un’altra parte. Dove il traffico non sia un dramma e dove la gestione commerciale possa non scontentare tutti.
Il fatto è che però, se c’è da decidere, bisognerebbe farlo in fretta. Non solo per dare a Terni una ulteriore opportunità di crescita – economica, sociale e culturale – ma perché c’è un mondo intero che del Palasport ha bisogno come il pane per portare avanti le sue attività sportive. E tra questi, dicono i bene informati, ci sarebbe pure chi qualche soldo per l’investimento ce lo metterebbe. Di buon grado.  


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