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Come si respira a Terni? “Non male”. Ma per oltre 30mila cittadini l’aria è ancora di “qualità scadente”

Polveri sottili e nichel “osservati speciali”, focus anche su caldo estremo e cambiamenti climatici: i risultati dell’indagine di Arpa Umbria

“Senza mangiare possiamo resistere una settimana, senza bere un paio di giorni. Ma senza respirare? Forse, i più bravi, qualche minuto. Ecco perché monitoriamo la qualità dell’aria”. E i risultati dicono, essenzialmente, due cose: il trend a Terni e nella conca ternana è “in miglioramento”. Ma esistono ancora “dei nodi”, tanto è vero che ci sono oltre trentamila ternani esposta a qualità dell’aria scadente. Ozono a parte.

La sala convegni Maurizio Santoloci della sede ternana di Arpa Umbria ha ospitato oggi la presentazione della valutazione della qualità dell’aria in Umbria 2023. Oltre al direttore generale dell’agenzia regionale per la protezione ambientale, Luca Proietti, all’incontro hanno partecipato l’assessore regionale all’ambiente, Roberto Morroni, il direttore della direzione regionale governo del territorio, ambiente e protezione civile della Regione Umbria, Stefano Nodessi Proietti e Marco Vecchiocattivi di Arpa Umbria. Tra il pubblico anche l’assessore alle politiche ambientali del Comune di Narni, Giovanni Rubini, assenti i rappresentanti del Comune di Terni (“speriamo abbiano avuto un buon motivo”, commenta a margine Morroni).

I dati

Secondo le rilevazioni di Apra eseguite attraverso le centraline di monitoraggio posizionate sul territorio regionale, nel 2023 sono stati rispettati in Umbria i valori limite del particolato atmosferico PM10 in tutte le postazioni di misura (24 su 24), sia come valore medio annuale sia come numero di superamenti della soglia giornaliera. “Inoltre – spiega la relazione - negli anni si è registrata una costante e generalizzata riduzione soprattutto per il numero di superamenti giornalieri. I valori più elevati si continuano ad avere nell’area della conca ternana. Qui, presso la postazione di Terni-Maratta si è registrato il maggior numero di superamenti giornalieri, ovvero 41, di cui 8 sono dovuti al contributo da eventi naturali (trasporto di polveri dal Sahara) e non vanno conteggiati per il confronto con il limite di 35 superamenti annuali previsto dalla normativa”.

Una parentesi è stata dedicata proprio al tema delle ondate di calore e degli effetti dei cambiamenti climatici con particolare riferimento alla presenza di ozono che rappresenta un problema generalizzato per tutto il territorio regionale, tanto è vero che – secondo Arpa – tutta la popolazione dell’Umbria “è esposta a una qualità scadente dell’aria” circa la presenza di questo particolare tipo di inquinante, “presente specialmente in estate”. “Nel 2023, 6 stazioni su 9 hanno rispettato il valore obiettivo mentre solo 2 su 9 hanno rispettato l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana. L’aumentare di eventi di caldo estremo e l’assenza di precipitazioni hanno nel tempo favorito l’aumento dei valori misurati di ozono”.

Circoscrivendo invece la situazione a polveri sottili (Pm 10 e Pm 2,5) e Nichel, a Terni sono circa 32mila i residenti esposti a un’aria di “qualità scadente” (27mila per le polveri e 5mila per il nichel). “Il solo nichel – spiega ancora la relazione - mostra valori più elevati nella sola area di Terni con la postazione di Prisciano dove è stato superato anche quest’anno il valore obiettivo. Ciò è dovuto quasi completamente alla presenza delle emissioni dalle attività del vicino polo siderurgico”.

Le riflessioni

“I dati ci restituiscono una tendenza al miglioramento della qualità dell’aria in Umbria – commenta l’assessore Morroni – anche se la conca ternana mantiene alcuni elementi di specificità. Per questo non dobbiamo abbassare la guardia. Possiamo contare su risorse per circa 29 milioni di euro da utilizzare per iniziative di risanamento ambientale come la sostituzione degli impianti di riscaldamento a biomassa, per il rinnovamento del parco auto o per favorire l’utilizzo del trasporto pubblico locale”.


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