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Il Medioevo sta per finire ad Amelia, domenica l'ambitissimo Palio dei colombi

Entra nel vivo il Palio dei colombi, la rievocazione storica che ha portato gli abitanti di Amelia a rivivere gli anni degli Statuti del 1346. La serie di eventi iniziati lo scorso 25 Luglio, avrà un ulteriore sviluppo di sabato 11, quando il solenne Corteo Storico attraverserà le vie dell’antica città.

Il paese sarà in fermento anche per l’arrivo del Podestà, come nella tradizione giuridica dei territori all’interno del 'Patrimonio di San Pietro' che divenne dall’VIII secolo Stato della Chiesa. Amelia, Orte, Bieda, Bomarzo furono i primi territori su cui un papa poté esercitare il suo controllo ed avere le prime forme di autonoma sussistenza. La donazione fu fatta dal re longobardo Liutprando nel 741 a papa Zaccaria, in aggiunta a quella del castello di Sutri del 728.

Il Podestà deve essere una persona forestiera, segnalatasi per la qualità di amministratore, capace di mantenere relazioni di buon governo sia con la Città che alla Santa Sede. L’eminente personaggio arriverà in città con il suo seguito costituito dai suoi Officiales, la famiglia e la scorta armata.

Il corteo storico delle contrade e degli Officiales propone ogni anno nuovi costumi, rigorosamente vagliati dalla commissione tecnica che verranno ulteriormente giudicati da una commissione di esperti durante il corteo. Sarà quindi aggiudicato il Premio miglior corteo storico a una delle cinque contrade amerine (Crux Burgi, Vallis, Collis, Posterola e Platea) e, per la prima volta verrà assegnato il premio miglior dama del ‘300, in onore alla professoressa Igea Frezza Federici, di cui ricorre quest’anno il primo anno dalla sua scomparsa.

Domenica, la giornata si aprirà con il Corteo Storico alle 18,00 e vedrà prendere finalmente il via al Campo de li Giochi, alle ore 21,30, il Palio dei Colombi, una giostra di cavalli, cavalieri e balestrieri unica nel panorama delle rievocazioni storiche.

In un Campo dei li Giochi totalmente rinnovato nel suo layout e nella sua illuminazione, con 1000 posti a sedere, i 5 cavalieri, uno per contrada, si affrontano a due a due in 10 tornate puntando con la lancia al saracino (busto stilizzato da scudi e braccio in metallo su cui è apposto il bersaglio da colpire). Dopo ogni tornata di cavalieri si sfida la coppia di balestrieri delle stesse contrade, tirando la verretta verso il bersaglio posto a 36 metri: chi colpisce il disco centrale aziona un meccanismo che fa volare in cielo il colombo, in ricordo della legge contenuta negli statuti che vietava, al tempo, di uccidere i piccioni in quanto il guano che producevano era una risorsa preziosissima.

In un crescendo di tensione gli scontri diretti fra le contrade decreteranno la vincente, cioè quella che riuscirà ad aggiudicarsi il maggior punteggio sommando le vittorie di cavalieri e balestrieri e che conquisterà l’ambitissimo Palio.


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