Notizie dall'Umbria

Follia in carcere, a Capanne una detenuta strappa un orecchio alla poliziotta

Clima insostenibile nel carcere di Perugia. Una detenuta psichiatrica aggredisce alcuni agenti di polizia penitenziaria, si scaglia contro una poliziotta e le addenta il lobo dell'orecchio.

Ancora una volta il carcere perugino di Capanne è stato teatro di una aggressione. Una violenza incontenibile, quasi animalesca, ai danni di una poliziotta in servizio. Nella mattinata di giovedì 22 luglio, due agenti sono entrate nella cella di una detenuta per i controlli di sicurezza quotidiani e per consentirle l'accesso ai passeggi.

Con uno scatto imprevisto dalle agenti, la donna si è scagliata contro una di loro afferrandola violentemente per i capelli strappandole una parte dell'orecchio con il ferimento profondo del lobo. Non contenta, ha cercato più volte di morderla. La collega, nel tentativo di aiutare la poliziotta ferita, è stata scaraventata a terra riportando una contusione alla mano. 

La detenuta, un soggetto psichiatrico certificato, aveva già minacciato di morte la poliziotta aggredita e per questo era stata denuncia alle autorità.

Non è la prima aggressione che avviene a Capanne. A pagare le spese dell'onda di violenza che di tanto in tanto esplode nel penitenziario perugino sono stati già in 4: un ispettore, un assistente capo e due agenti. 

"Una violenza grave e deprecabile", commenta Fabrizio Bonino, segretario umbro del sindacato autonomo di polizia penitenziaria SAPPE, che denuncia la situazione in Umbria: "Oggi nel sistema penitenziario umbro si registrano gravi episodi di violenza e aggressione ai nostri agenti; le situazioni strutturali sono al collasso; la gestione delle relazioni sindacali e del benessere del personale è ai minimi storici con elevatissima conflittualità sindacale. Gli eventi critici sono costanti e continui, come le colluttazioni, i ferimenti, le aggressioni, i tentati suicidi. E questo non garantisce affatto da un lato la certezza della pena detentiva e dall’altro le attività trattamentali di rieducazione del detenuto”.


Si parla di