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“Chi vive a fine mese del proprio lavoro si deve unire contro chi vive a fine mese del lavoro di altri”

Intervista a Eduardo De Dominicis, segretario del Partito comunista dell’Umbria. “I partiti sono macchiette di sé stessi. A livello nazionale governano tutti insieme, ma poi a livello locale devono indossare la maschera degli oppositori”

“Le fasce del proletariato sono amplissime in questa fase storica. Una larga fascia del ceto medio si sta proletarizzando. E poi ci sono ‘finti’ imprenditori che lavorano come dipendenti ma hanno la partita Iva, per cui la vera impresa è arrivare a sbarcare il lunario. Chi vive a fine mese del proprio lavoro si deve unire contro chi vive a fine mese del lavoro di altri”.

Intervista a Eduardo De Dominicis, giovane ternano e segretario regionale del Partito comunista dell’Umbria.

“A sinistra c’è una situazione evidentemente frammentata. Quello del Partito comunista – dice - è un progetto che vuole essere una rinascita di qualcosa che è completamente differente rispetto a ciò che c’è nell’arco parlamentare da vent’anni a questa parte. Questo partito vuole una rottura dei vincoli dell’Unione europea, della Nato e della moneta unica che si fondano su patti che sono stati fatti sulla pelle dei popoli”.

Dal nazionale al locale, passando per le vertenze che tengono banco nell’agenda economica e politica di Terni. “In questa situazione politica, le amministrazioni locali sono alla stregua di amministrazioni di condominio e passacarte. Alla Treofan abbiamo visto passerelle di tutti. Di tutti quelli che governavamo assieme a Roma, ma che non hanno fatto nulla. Credo che la salvezza di uno Stato sia una res pubblica che funziona, che è efficiente, severa con sé stessa”.

I partiti, infine, che vengono definiti come “macchiette di sé stessi: a livello nazionale governano tutti insieme e a livello locale poi devono indossare la maschera degli oppositori”.


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